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Camino Monferrato (Al)

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All' estremo confine della provincia di Alessandria con quella di Vercelli, Camino è centro agricolo del basso Monferrato, posto su una dorsale collinare che domina un tratto del Po e, al di là del fiume, la pianura vercellese. Il territorio del concentrico si estende tra il Po ed il versante destro della valle del rio Dardagna. Le frazioni Brusaschetto e Rocca delle Donne sono poste a nordovest del concentrico, su due distinte dorsali protese rispettivamente a nord e ovest verso la sponda destra del Po. Poi vi è Castel San Pietro a sud-ovest sul versante sinistro della valle del Dardagna, infine sul versante destro della stessa valle Isolengo-Monti e Piazzano.
Antico possesso dei vescovi di Asti, passò successivamente ai marchesi del Monferrato i quali nel XIV secolo lo dettero in feudo agli Scarampi di Villanova. Nel 1434 il castello subì un assedio da parte di Costantino Aranite governatore di Casale che mozzò la testa al difensore Scarampo Scarampi di Villanova, facendone morire di dolore la moglie Camilla il cui fantasma si dice vaghi ancora in determinati periodi sui merli ghibellini del maniero accompagnato da quello, senza testa, del marito. La famiglia Scarampi di Villanova mantenne il feudo anche quando i Gonzaga di Mantova divennero signori del Monferrato, e ancora sotto i Savoia.


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L'imponente Castello edificato nell'XI secolo e ben restaurato, con una torre gotica alta oltre 40 metri, è circondato da un vasto parco. E uno dei più famosi e meglio conservati castelli del Monferrato. Sorge imponente sulla sommità di un colle con la sua slanciata torre e le poderose facciate. Ampliato nel XV secolo e gravemente danneggiato dai francesi nel 1631, fu restaurato verso la fine del Settecento. All'interno conserva un ampio cortile quattrocentesco con alcuni cimeli, le logge e le gallerie, sale settecentesche, la biblioteca e la cappella tardo-gotica con un trittico del XVI secolo (Madonna col Bambino), attribuito a Macrino d'Alba. Nel salone centrale vi sono ventidue ritratti di feudatari dipinti su tela nel Settecento da Pietro Francesco Guala. Il castello è di proprietà della Camino s.s.

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(da "I castelli del Piemonte" Ed. Gribaudo)

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