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Masio (Al)

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(da "I castelli del Piemonte" Ed. Gribaudo)
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L'abitato sorge su un leggero rilievo delle colline che si elevano fra i due corsi d'acqua. Un moderno ponte in cemento ha sostituito da qualche decennio l'antico traghetto che in questo punto attraversava il fiume. Il territorio comunale si estende a sud del corso del Tanaro.
Nel 1190 gli uomini di Maxium, questo è l'antico nome del paese, si allearono con Alessandria e Asti, impegnandosi a prestarsi aiuto in caso di guerra.
Nel 1212 Asti intimò però ad Alessandria di non acquistare alcun diritto sopra il borgo e nel 1218 acquistò a sua volta, dai vari proprietari, la loro parte di giurisdizione. La metà di pertinenza alessandrina venne pretesa nel 1229 da Bonifacio di Monferrato e da ciò nacque un nuovo contrasto con Asti. Il paese, quindi, rimase a lungo legato ad Asti e fu successivamente signoria dei Civalieri di Quattordio e degli Olivazzi.
La Parrocchiale di San Dalmazzo, patrono di Masio, venne edificata - in stile gotico nel XV secolo, sui resti di una preesistente struttura romanica.
A qualche chilometro dal paese sorge il Castello di Redabue, di origine medioevale, risalente forse al XII secolo. Già esistente come luogo fortificato durante le frequenti guerre di successione del Monferrato, venne messo a ferro e fuoco nel 1403 da Facino Cane: di quell' epoca rimangono alcuni caratteristici archi a conci di tufo alternati con mattoni. Appartenne agli Scarampi di Camino, ai Della Rovere e ai Doria. Attualmente è di proprietà dei marchesi Doria-Lamba.

(fonte:Il Piemonte paese per paese Bonechi Editore)