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Pomaro Monf.(Al)

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(da "I castelli del Piemonte" Ed. Gribaudo)

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(da "I castelli del Piemonte" Ed. Gribaudo)
(da "I castelli del Piemonte" Ed. Gribaudo)

Il borgo di Pomaro si trova sulla parte meridionale di un colle a nord di Valenza, di fronte all' ampia vallata del Po. Per la spiegazione del toponimo è possibile fare riferimento a due termini latini: il primo, di origine medioevale, mette in relazione il luogo con la presenza di frutteti, o più genericamente, di coltivazioni non specificate, intendendo, col nome Pomarium, una località fertile. Il secondo, pure medioevale, fa leva sul termine pomoerium, cioè un luogo, esterno alla città, consacrato ai riti religiosi, e intendendolo sommariamente come linea di demarcazione dell'abitato si può pensare al nome del sito come indicante una zona di confine.
Indicazioni documentarie di Pomaro si trovano già in un diploma del 1055 in cui vengono confermati dei beni a un ente ecclesiastico. Altra citazione risale al 1069, ma il luogo pare acquistare maggior peso politico e strategico con Federico Barbarossa, il quale conferma il borgo ai marchesi del Monferrato. Pochi anni dopo, nel 1198, per la prima volta viene fatta menzione del castrum, anche se è probabile che con tale indicazione si intendesse un luogo "munito", un vallo con una staccionata, ben lontano dalla costruzione che verrà realizzata nel XIII secolo.
Il piccolo comune di Pomaro ha legato la sua storia in modo indissolubile alla presenza del Castello, sulla sommità del colle. Oggi l'edificio appare come un dignitoso palazzo signorile, un blocco in cotto con pianta a U e tre torri poligonali concluse da merlatura a coda di rondine. Le fondamenta denotano un'origine del castello molto antica, risalente agli inizi del XITI secolo. In seguito fu probabilmente dotato di una più poderosa muratura che rendeva l'archetipo dell' attuale edificio una sorta di dongione. Col mutare delle tecniche belliche, il castello perse quell' importanza che lo rendeva luogo inespugnabile, tant'è che nel 1638 gli spagnoli, battuti dai francesi presso Casale, ripiegando verso l' Alessandrino si accanirono contro Pomaro, riducendo in macerie la leggendaria fortificazione e danneggiando seriamente il castello.
I lavori di restauro del 1929 voluti dalla marchesa Della Valle portarono alla luce, insieme a un motivo decorativo a dente di sega, i profili di alcune finestre dal taglio decisamente medioevale. È per altro indubbio che ci furono numerose campagne di ristrutturazione durante il Settecento, campagne che finirono per impedire la corretta valutazione storica e artistica dell' edificio.
Annesso al castello vi è il giardino ottocentesco che, digradando, occupa una buona porzione del terreno adiacente all'edificio.
Interessante è anche la Parrocchiale di Santa Sabina. Consacrata il 19 luglio 1309, come attesta una lapide del presbiterio, sorse probabilmente su di una chiesa precedente poiché a un secolo prima risale la donazione della Santa Spina, ancora oggi conservata nella Parrocchiale. Secondo la tradizione la reliquia della corona di Cristo pervenne a Pomaro alla conclusione della IV crociata, che si interruppe nel 1204 a Costantinopoli. La chiesa, a tre navate, conserva, oltre alla venerata Santa Spina, pregevoli opere d'arte quali una Natività attribuita a Giuseppe Giovenone il Giovane, un San Pietro del Guala nonché una Madonna del Rosario attribuita alla scuola di Gaudenzio Ferrari. La facciata fu rifatta in stile neogotico su di un progetto del XVIII secolo. Il possente campanile romanico, a bifore e monofore, e una casa medioevale poco lontana, sono spia di un passato storicamente molto ricco.

(fonte:Il Piemonte paese per paese Bonechi Editore)