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Pontestura Monf.(Al)

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Sulla sponda sinistra del Po, al confine tra Monferrato e pianura, si trova l' ampio centro paesano di Pontestura.
L'insediamento si sviluppò durante il periodo romano grazie alla sua posizione, sulla strada che univa Asti e Vercelli oltrepassando il Po con un ponte poco lontano dal paese, forse chiamato in antico Pons Turris a causa di una torre di difesa di cui poteva essere dotato. Nella toponomastica medioevale, però, non si trova traccia di tale denominazione; anzi il paese è registrato come Pons Notingus (in onore del vescovo di Vercelli, Nottingo) nell'882 e ancora dopo il 1027. Successivamente, ma prima del XII secolo, compare la denominazione Pons Sturie; quindi Pons de Stura, Pons de Asturia e Pontisture. Il riferimento alla Stura appare quindi molto probabile sebbene non si abbiano documentazioni relative all' esistenza di un ponte su tale fiume. Nel 1355, però, in un documento viene citato, accanto al ponte sul Po denominato pons Chuniollii (cioè ponte di Cuniolo), un altro ponte chiamato Pons Sturie. D'altra parte nella toponomastica del comune compaiono riferimenti alla Stura: ad esempio si sa che un tempo esisteva una "ecclesia Sancti Micaelis de Sturia". L'ipotesi che fa derivare il toponimo da Pons Turris, anche se linguisticamente sostenibile, non pare possa essere accettata, in quanto non atte stata nei documenti conosciuti.
La storia di Ponte stura è testimoniata da alcune opere architettoniche significative, ma è opportuno indicare ancora una volta la presenza del cippo miliare costantiniano che segnava una distanza del percorso stradale romano tra Vardagate (Casale) e Torino. Una porzione di quella strada lastricata fu riportata alla luce durante i lavori di realizzazione del cimitero. Il paese, peraltro, mantiene una struttura urbanistica fatta di vie rettilinee che si incrociano ortogonalmente.
Importante doveva essere il castello, abbattuto nel 1798, per far fronte al pagamento di debiti contratti dalla famiglia proprietaria.
Di questo edificio non esiste ormai più nulla; una mappa catastale del 1790 fornisce indicazioni sulla sua pianta, rettangolare, con giardino. Di questa costruzione si dice che era ben fortificata e ancora abitabile alla fine del Settecento.
La Parrocchiale di Sant' Agata fu realizzata in forme gotiche. La facciata, che reca murata una pietra con la data 1246, è tripartita verticalmente da poderosi contrafforti e caratterizzata dalla presenza nella parte mediana di strisce orizzontali di tufo e cotto. L'interno è a tre navate divise da pilastri cruciformi. Vi sono conservate tre tele attribuite alle figlie del Moncalvo, fra le quali di particolare pregio è la Madonna del Rosario con i Misteri di Orsola Caccia, replica del quadro dipinto dal padre, custodito nella Chiesa di San Giacomo a Giarole. La Parrocchiale conserva inoltre due tele di Pier Francesco Guala.
La mensa dell' altare poggia su di una vasca a forma di parallelepipedo di epoca anteriore al Mille, con fregi paleocristiani (una ruota e un delfino).
Caratteristico è pure il settecentesco Oratorio di San Giacomo, la cui architettura ci riporta al momento di transizione tra la cultura tardobarocca e quella neoclassica.

(fonte:Il Piemonte paese per paese Bonechi Editore)