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Sito ufficialeCocconato (At) (491 m)
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da www.panoramio.com
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Torre con merli guelfi inserita in una villa costruita sulle mura dell'antico castello

Il paese gode di un clima alquanto mite d'inverno, che permette la crescita di alcune specie vegetali proprie di climi più temperati e che lo ha fatto definire "la riviera del Monferrato": questa caratteristica, unita al richiamo gastronomico offerto da alcuni rinomati ristoranti, lo rendono meta di gite e soggiorni, specialmente durante il periodo estivo. Alcune produzioni alimentari, quali quella dei salumi e delle robiole, sono assai note anche fuori dai confini della provincia e hanno dato origine a industrie di modeste dimensioni. La produzione vinicola, anche grazie alla larga fama acquistata fin dai tempi più remoti, ha potuto svilupparsi in forma notevole ed è attualmente concentrata. È praticato l'allevamento dei suini ma soprattutto di polli con conseguente elevata produzione di uova, mentre l' allevamento tradizionale del bestiame bovino è ormai ridotto a pochi casi a carattere familiare. Negli ultimi anni ha assunto un particolare sviluppo l'attività rivolta alla produzione e vendita di abbigliamento in pelle che ha raggiunto dimensioni di primo piano addirittura a livello nazionale e che oggi costituisce la principale occasione di lavoro per gli abitanti del comune. Non si deve trascurare infine l'industria estrattiva del gesso, concentrata in cave poste ai confini del territorio di Montiglio, sfruttate già nei secoli passati, e che al presente forma oggetto di un'attività svolta con i criteri più moderni e razionali. L'attività commerciale nei confronti del territorio circostante, un tempo assai sviluppata ed articolata in un affollato mercato settimanale e in due fiere annuali, è ora assai più limitata e in pratica è ristretta ad un piccolo mercato il giorno di sabato e in una sola occasione di fiera annuale. Cocconato, posto sotto il patronato dei Santi Fausto e Felice, offre una lunga serie di festeggiamenti distribuiti lungo il mese di settembre, che richiamano una grande massa di persone.

La festa patronale vera e propria è celebrata la seconda domenica del mese con balli, incontri conviviali e giochi di vario genere; ad essa segue, la domenica successiva, una curiosa gara chiamata scherzosamente "Carretera de la muerte", costituita da una corsa in discesa su veicoli senza motore costruiti artigianalmente.
La manifestazione che richiama più pubblico è tuttavia quella che si tiene la quarta domenica di settembre, e cioè il palio degli asini: gli animali, incitati energicamente da fantini appiedati, compiono tre giri intorno all'isolato posto fra le due piazze della parte inferiore dell'abitato. La corsa è preceduta da una ricca sfilata in costume che ricorda episodi dell' antica storia del comune, ed è accompagnata da un pittoresco mercatino notturno.

      

La storia

L'origine del nome, abbandonata necessariamente l'etimologia popolare cum conatu (con sforzo) senza alcuna base linguistica, deve invece, anche sulla base delle più antiche attestazioni, ricollegarsi al probabile termine latino medioevale coccum (altura), con evidente riferimento alla posizione collinare del paese.
Cocconato, probabilmente già località abitata durante l'età romana essendo situato lungo la via che collegava Asti con la città di Industria (oggi Monteu da Po), fu concesso intorno al Mille dall' imperatore al vescovo di Vercelli. Fin dagli inizi del secolo XII risultò infeudato ad un consortile signorile detto dei Radicati, dal nome della località di Radicata (situata nei pressi di Casalborgone e San Sebastiano da Po) che costituì il loro primo possesso: col tempo tuttavia il consortile prese il nome Cocconato da quello che divenne poi il principale dei possedimenti e il centro di un piccolo stato che riuscì con una politica abile a conservare la sua autonomia, pur stretto fra domini molto più potenti.
All'atto dell'affermarsi dei primi comuni piemontesi, cioè fra la fine del secolo XII e gli inizi del XIII secolo, Uberto di Cocconato prestò dapprima giuramento di fedeltà a Vercelli e subito dopo ad Asti, ma furono i marchesi di Monferrato quelli a cui i Cocconato rimasero lungamente fedeli, acquistando col tempo dignità e alte cariche alla loro corte, fino al punto di partecipare con altri al governo del marchesato dopo la morte di Guglielmo VII.
Tale atteggiamento di appoggio ai Monferrato durò fino alla seconda metà del Trecento e vide i Radicati di Cocconato presenti alla stipulazione della tregua col comune di Asti nel 1292 e fra i principali esponenti della lega formata dai Monferrato con i fuoriusciti astigiani contro il comune astese nel 1304.
Nel 1369 tuttavia Bonifacio di Cocconato stipulò una serie di patti con Galeazzo Visconti iniziando così un progressivo distacco dai marchesi monferrini, i quali nel 1377 rinunciarono di fatto a considerare i Cocconato come loro vassalli. Nel 1452 Cocconato si dette ai Savoia, in modo tuttavia non definitivo, finché, con atto del 1503, l'imperatore Massimiliano lo infeudò formalmente al genero Filiberto di Savoia e poco dopo (nel 1504) intimò ai Radicati di prestare fedeltà a quest'ultimo.
Pur avendo dovuto, nel corso dei secoli, condividere la signoria di Cocconato con numerose altre famiglie in un complesso gioco di ripartizioni e successioni, tipico del sistema feudale, furono sempre i Radicati quelli che godettero del supremo dominio sul territorio e che lo rappresentarono a tutti gli effetti.

(fonte:Il Piemonte paese per paese Bonechi Editore)