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Cortanze(At)

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Il comune di Cortanze si estende in un' area collinare compresa fra le valli Rilate, Versa e di Cortazzone: situato sulla statale Asti-Chivasso. L'ipotesi più accreditata sull' origine del toponimo lo farebbe risalire a "corte" più il nome personale "Ansari" attestato in area longobarda, e ciò sarebbe confermato dalle più antiche attestazioni (antecedenti l'anno Mille), dove si parla di una "Curte Ansari".
I vescovi di Asti, cui spettava l'alta signoria sul territorio, lo infeudarono intorno al Mille ai signori di Montiglio che assunsero il nome di Cortanze, e lo possedettero per intero fino al 1329, anche dopo la sottomissione al comune di Asti (1198).
Una metà del feudo venne quindi data ai Pelletta e successivamente ai Della Rovere d' Aragona nella seconda parte del secolo XV: dopo complesse vicende, che videro assumere porzioni di feudo da parte degli Asinari, degli Scarampi, dei Mulazzi e dei Roero, furono infine questi ultimi a divenire, nel 1586, gli effettivi signori del territorio, sia pure in compartecipazione con i Rolfo, oltre ai Pelletta. Il vescovo di Asti, Giovanni Stefano Aiassa, ne cedette infine l'alta sovranità a Carlo Emanuele I di Savoia in cambio di Montechiaro d'Asti nel 1613: la famiglia Roero, con il ramo denominato appunto di Cortanze, fu comunque fino al termine delle concessioni feudali signora del luogo e mantenne tali stretti legami nel Novecento.
L'abitato è dominato dal possente Castello, già nominato in documenti della metà del secolo XII, che si presenta ancor oggi con l'aspetto datogli dai Pelletta nella radicale ricostruzione risalente al Trecento: solo alcune parti sono opera del marchese Ercole Tommaso Roero che lo restaurò e ingrandì agli inizi del Settecento.
La costruzione, a base trapezoidale, è munita di una coppia di torricelle e di un poderoso torrione cilindrico coronato da merli rivolto verso l'abitato. Appare assai originale e singolare data una certa asimmetria d'insieme.
La Parrocchiale dei Santi Giovanni e Pietro, è di antica origine, nonostante l'attuale aspetto barocco. È stata ampiamente trasformata nel 1753: ha una facciata semplice, ornata di due statue e quattro pinnacoli, mentre l'interno possiede tre altari e un pregevole coro ligneo. Anche la Chiesa della Santissima Annunziata, pur risalendo al secolo XIV, ha un aspetto barocco, con facciata in cotto: in essa ebbero sede per alcuni secoli i Disciplinati o Battuti bianchi, una confraternita attiva per scopi pii ed estintasi agli inizi del Novecento.
(fonte:Il Piemonte paese per paese Bonechi Editore)