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		     Dusino 
        San Michele(At) 
            
            
      Percorrendo la statale che porta a Torino, circa a metà strada 
        fra Villafranca e Villanova d'Asti, incontriamo Dusino San Michele il 
        cui nome, come è facile supporre, rimanda a due località 
        distinte, ora riunite in un unico comune. Dusino, documentato a partire 
        dal X secolo, è la derivazione di duodecimum (lapidem) 
        allusiva alla distanza del luogo da Asti. San Michele, di cui si dirà 
        meglio più oltre, trae probabilmente il nome dalla chiesa intorno 
        alla quale sorge l'abitato. 
        Alla fine del XII secolo Dusino fu una delle prime terre a sottomettersi 
        al comune di Asti. Verso la metà del Duecento passò agli 
        Asinari di Camerano dei quali fu investito un Raimondo da Manfredo Il 
        Lancia, marchese di Busca. 
        Non molto tempo dopo, nella persona di Obizzo Quercio, il castello entrò 
        in possesso del comune di Asti. Nel 1529, entrato nei domini dei Savoia, 
        venne concesso ai Biandrano di Monale e ai Ferrero. Nei primi anni del 
        Seicento tutte le investiture di Dusino vennero date al comune di Villanova 
        e nel 1739 Giambattista Goria venne investito del feudo che trasmetterà 
        poi al figlio Giuseppe Domenico. Da attestazioni documentarie ènoto 
        che Dusino fu sede di pieve. Alcuni storici ritengono addirittura la Pieve 
        di San Martino fra le più antiche della diocesi astese: in epoca 
        imprecisata, ma certamente molto prima del XVI secolo, venne trasferita 
        a Villanova con il relativo beneficio. Fu così che i dusinesi si 
        videro togliere l'antica chiesa, esproprio che li convinse a fondare la 
        Cappella di San Rocco, che sorse però in luogo isolato, lontano 
        dall' abitato. La scomodità di tale sistemazione indusse gli abitanti 
        a costruire in paese l' odierna Parrocchiale i cui lavori, iniziati fra 
        mille difficoltà nel 1769, si protrassero sino al 1772. L'arredo 
        interno, realizzato fra il 1773 circa e il 1775, venne in gran parte rinnovato 
        tra la fine dell' Ottocento e i primi anni del Novecento dall' allora 
        parroco don Pescarmona. 
        Nel 1897, infatti, si decise l'ampliamento della chiesa: le cappelle da 
        due passarono a quattro, la volta venne affrescata e gli antichi arredi, 
        costruiti in materiale povero, sostituiti con altri, più ricchi, 
        del secolo XVIII, provenienti da edifici religiosi astigiani oramai sconsacrati. 
        Fra gli arredi originari val la pena di ricordare la pala con la Sacra 
        Famiglia eseguita dal pittore Pietro Paolo Operti di Bra nel 1775 su commissione 
        della famiglia Baietto (pesantemente ridipinta nel 1944), e, tra quelli 
        di diversa provenienza, l'altare maggiore e la balaustra in marmo realizzati 
        su disegno di Filippo Juvarra per la chiesa del Regio parco del castello 
        di Viboccone. 
        Tra gli edifici di carattere civile un posto d'onore riveste senz'altro 
        il Castello che risale, con molta probabilità, al XIII secolo; 
        all'impianto originario fecero seguito, nei tre secoli successivi, rimaneggiamenti 
        e parziali ricostruzioni. Il complesso fortificato, riprodotto in litografia 
        da E. Gonin nel 1851, era difeso un tempo da un fossato ricolmo d'acqua, 
        poi ricoperto con terra una volta conclusa la sua funzione difensiva. 
        Come già accennato poc'anzi il castello subì diversi interventi, 
        il più recente risale al 1944 quando si dovette ricostruire il 
        torrione occidentale demolito da un temporale. 
        Dopo l'investitura dei Goria, il castello venne diviso tra le diverse 
        famiglie del luogo fra le quali i Baietto, i Garassino, gli Amerio e altre 
        ancora. 
        (fonte:Il Piemonte paese per paese Bonechi Editore)  
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