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Ferrere (At)

Ad ovest di Asti, nella regione intersecata dal torrente Stavanasso, su un' altura ricca di boschi, si erge Ferrere, situata al confine con la provincia cuneese. È ricordata per la prima volta nel 1034 in un atto di permuta fra l'abate di Nonantola e il conte di Pombia. Nel 1202 il territorio venne concesso a Giacomo de Ferraris, mentre, già dai primi del Trecento, risulta appartenere ai Garretti che conserveranno il feudo sino alla metà dell' Ottocento.
L'abitato, il cui nome di derivazione latina sembra alludere alla fucina del fabbro e quindi ad un luogo in cui si ferravano i cavalli, era collocato in origine sulle colline a est del concentrico attuale, in una località denominata Torre di San Secondo. Il trasferimento a valle dei ferreresi potrebbe essersi verificato all'inizio del Trecento in un sito ove è possibile sorgesse già un complesso fortilizio. A Ferrere, infatti, a poca distanza l'uno dall'altro (2 chilometri) esistevano due castelli che nel 1142 appartenevano entrambi alla famiglia che ne aveva assunto il predicato. Il castrum vetus è tuttora visibile dalla strada provinciale Villanova-Govone e si presenta come una costruzione fatiscente caratterizzata a oriente da un caseggiato denominato Cascina Carolina in cui si osservano i resti medioevali della "loggia" in legno. L'intera struttura ha subito in epoche diverse numerosi rimaneggiamenti: nel 1561 venne distrutta una prima volta dalle truppe francesi; altri attacchi subì nel 1630 durante la guerra nel Monferrato; nel 1660 venne trasformata in una piccola industria per la filatura della seta; nel 1925, infine, dopo essere passato prima ai conti Gromis di Trana e poi alle famiglie Montalcini, il castello venne adibito a scuola elementare e perse di conseguenza gran parte della fisionomia originaria. Nel 1660 la famiglia Garretti fece costruire un nuovo edificio denominato Castelrosso che fu presto preferito al vecchio complesso fortilizio. E sul primo, ovviamente, si concentrarono anche tutte le attenzioni dei Garretti i quali, tra il 1780 e il 1785, chiamarono l'architetto Filippo Castelli perché sistemasse ulteriormente la nuova struttura residenziale. Attualmente il complesso è sede di una casa di riposo per anziani gestita dalla curia vescovile di Asti.
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L'attuale Parrocchiale di San Secondo ricorda nel nome quella assai più antica che un tempo sorgeva a valle, distrutta nel 1630 da una rovinosa inondazione. Scendendo da piazza Roma si incontra sulla destra la Chiesa Confraternita dell' Annunziata retta un tempo dai battuti bianchi e oggi chiusa al culto.

Vanno poi ricordate le numerose cappelle campestri che dominano i sei colli circostanti la valle fra le quali segnaliamo quelle di San Secondo, San Rocco e Sant' Antonio Abate.
Fra il 1831 e il 1835 re Carlo Alberto fece costruire la strada che, staccandosi dalla grande arteria Torino-Asti-Alessandria-Genova, passava per Valfenera sino a Ferrere, San Damiano e Govone. La nuova strada avrebbe permesso al re di raggiungere con più facilità il castello di Govone dove in estate usava risiedere insieme alla famiglia.