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Grana Monferrato (At)

Grana è un piccolo comune del basso Monferrato, situato a nord-est del capoluogo che dista 18 chilometri; ci si arriva percorrendo la statale 457 Asti-Casale fino a Calliano e la strada provinciale che da questo comune porta a Casorzo e continua in territorio alessandrino.
Il toponimo compare nella documentazione medioevale fin dall' 886 e la sua origine, fatta risalire da alcuni studiosi al latino grana, granello di biada, sembra invece individuabile nel prelatino krane, ossia fessura, crepaccio. Quest'interpretazione infatti spiega l'origine dell' idronimo Grana, che si riferisce al torrente non lontano dall' abitato.
Nel 1164 il villaggio fu assegnato da Federico Barbarossa a Guglielmo il Vecchio marchese di Monferrato. Conquistato dagli astigiani nel 1290, Grana tornò presto a far parte del marchesato. Nel parlamento generale tenutosi a Moncalvo nel 1379, dove venne confermata la reggenza del Monferrato aI duca Ottone di Brunswick, la comunità di Grana ottenne il privilegio dell'inalienabilità (né soppressioni né vendite) e l'esenzione dall' imposta daziaria. Già feudo della famiglia Bolla di Lu Monferrato, Grana passò ai Gonzaga di Mantova dopo la pace di Cateau-Cambrésis del 1559. Nel 1589 il duca Vincenzo I eresse il paese in marchesato e lo assegnò alla sua favorita Agnese de Argotte di Napoli, patrocinando pure il matrimonio della nobildonna con l' ambasciatore casalese Prospero del Carretto. Tra gli ultimi feudatari di Grana vi furono i Palla Strozzi di Vignale. Dal XVIII secolo il paese fu sotto il dominio sabaudo.
Le notizie più antiche sulla storia religiosa del luogo risalgono al X secolo, quando l'imperatore Ottone I decise di concedere il titolo di arciprete al parroco di Grana e altri privilegi, in segno di riconoscenza per l'accoglienza riservata ai suoi ministri in viaggio verso Roma.
Alla stessa epoca risale forse la fondazione di Santa Maria in monte Pirano, l'attuale piccola chiesa del cimitero, tradizionalmente considerata la più antica di Grana.
Sopra quest'altura sorgeva l’abitato di Santa Maria, che venne successivamente trasferito sulla collina più alta e maggiormente fortificato nel XIV o nel XV secolo.

L'odierna Parrocchiale di Santa Maria Assunta, in posizione eminente, è il maggior vanto dei granesi. Fu eretta tra il 1771 e il 1776 su disegno dell' architetto astigiano Gaspare Pasta, autore pure del disegno della splendida balaustra marmorea del presbiterio. Lungo il perimetro esterno della chiesa e all'interno si notano le lapidi della chiesa precedente, tra cui un'iscrizione funeraria della metà del Quattrocento. Il tempio, di forme barocche e con tre navate, conserva al suo interno notevoli opere d'arte, prima fra tutte la pala d'altare raffigurante la Madonna col Bambino, i Santi Giovanni e Margherita e i coniugi Dealessi, una delle tele più belle di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (1568-1625) commissionata nel 1593 dall' arciprete di Grana, Giovanni Dealessi, figlio dei due personaggi ritratti ai piedi della Vergine. Sempre nella parrocchiale si possono ammirare il coro ligneo e la grandiosa cantoria, opere ottocentesche di abilissimi artigiani monferrini. Di grande interesse (e unico in questa parte di Monferrato) è il piccolo Museo di arte sacra presso la parrocchiale
Vi sono custoditi fra l'altro alcuni dipinti provenienti dalla Chiesa dell' Annunziata, già Confraternita dei Disciplinanti; la chiesa, riedificata nel Settecento, racchiude al suo interno una bella tela raffigurante l'Annunciazione, attribuita al Moncalvo.
(fonte:Il Piemonte paese per paese Bonechi Editore)