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Incisa Scapaccino (At)

Il centro abitato è formato da tre frazioni, senza un vero centro. Sulla collina il nucleo più antico è costituito da borgo Villa; nel fondovalle, alla destra del fiume Belbo, vi è Ghiare, dove ha sede il comune e nella pianura alluvionale, alla sinistra dello stesso fiume, borgo Madonna. Vi si arriva percorrendo la statale Nizza-Acqui, proseguendo di poco e svoltando a sinistra, mentre la stazione ferroviaria più vicina è quella di Nizza.
Due sono le principali versioni sull' origine del nome di Incisa.
La prima vede la derivazione dal participio passato di incidere come "(selva) tagliata", probabilmente con preciso riferimento al diboscamento avvenuto in epoche antiche. La seconda sostiene l'origine dal termine intercisa quale spaccatura naturale della montagna o taglio della collina con una strada in epoca romana. Il determinante fu aggiunto nel 1928 a sostituzione di quello precedente: Belbo. Giovanni Battista Scapaccino nato ad Incisa nel 1802 fu insignito della prima medaglia d'oro del corpo dei carabinieri per l'adempimento del proprio dovere, essendo stato fucilato il 3 febbraio 1834 in Francia a Pontdes- Echelles.

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Palazzo Serbelloni-Busca

Clic per ingrandireChiesa Del Carmine

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La Parrocchiale dei Santi Vittore e Corona

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Castello nuovo in piazza San Giovanni

Nel borgo Ghiare è visibile il Palazzo Serbelloni-Busca, oggi sede del municipio, e sulla stessa piazza sorge la Chiesa di Sant' Antonio Abate, costruzione novecentesca. All'abitato alto, borgo Villa, un tempo suddiviso in altri due borghi detti di San Rocco e di San Sebastiano, si accede attraverso la quattrocentesca Porta di Valcalzara. Il centro storico è composto da un complesso di strutture urbanistiche derivate dall'antico nucleo abitativo, insediatosi fin dal XII secolo a ridosso del castello per ragioni di difesa. Di quest'ultimo rimangono alcuni resti delle antiche mura con Torre. Sulla piazzetta San Giovanni si ammira un palazzotto novecentesco denominato Castello nuovo, in stile neogotico, con portale e doppia fila di finestre. Poco più in là, quasi di fronte, è posta su di una scalinata la Chiesa di San Giovanni, già parrocchiale, ristrutturata nel 1732 e oggi pericolante.
Ma l'edificio più interessante che offre Incisa è la Chiesa del Carmine, edificata su di un poggio a dominare sulla sottostante valle. In borgo Madonna, che si costituì nel XVII secolo, si trova la Parrocchiale dei Santi Vittore e Corona edificata a partire dal 1716 ma con ristrutturazioni ottocentesche e novecentesche. All' interno si ammirano affreschi dei pittori Ivaldi di Ponzone e Rodolfo Gambini di Milano (1899).

La storia

Incisa è ricordata come sede di un' antica pieve ed i primi documenti medioevali risalgono al 984. La storia del marchesato di Incisa inizia nel 1161 anno in cui Alberto Del Vasto completa l'acquisto del castello. Trent'anni dopo (1191) la famiglia, Incisa è spogliata di parte del feudo che passa al marchese di Monferrato. Sarà Domicella, vedova di Alberto, con i suoi figli a recuperare il dominio sulle terre di Incisa, aiutati dalla città di Asti (1203). Nel 1292, a seguito delle lotte tra guelfi e ghibellini, il castello subisce dei danni e per ottenere protezione i marchesi si alleano con il Monferrato (1305). Con diploma del 1364, l'imperatore Carlo IV diede facoltà agli Incisa di battere moneta con la restituzione degli antichi possessi. Il marchesato di Incisa perderà la propria autonomia nel 1514, quando il castello sarà assediato e minato dal marchese Guglielmo IX di Monferrato. Nel 1567 Guglielmo, duca di Mantova, rinnova gli Statuti e nel 1589 investe del luogo di Incisa Michele Perretti marchese della Montana e conte di Cellano, presto destituito per le suppliche dei sindaci delle terre del Marchesato (1652). Nel secolo XVII il territorio di Incisa subisce le sorti della guerra civile (1642) ed i saccheggi degli spagnoli prima e dei francesi e dei sabaudi poi. Iniziano le cessioni a famiglie lombarde: nuovo feudatario è nel 1699 il marchese Antonio Trotti di Milano che. non avendo eredi maschi, trasmette il feudo alla figlia Maria Vittoria Valperga di Masino (1716). Quando questa muore, lascia eredi le sorelle tra cui Giulia Maria, sposata al duca Giovanni Serbelloni, alla quale va il possesso di Incisa (1734) che trasmetterà al figlio Gabrio (1753).