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Monastero Bormida (At)

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Il Castello e il ponte Medioevale


da I castelli del Piemonte ed. Gribaudo
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L'abitato si estende sulla riva sinistra dell'omonimo fiume e si raggiunge con la statale Savona-Acqui in direzione di Bistagno. La sua storia ha seguito per secoli le vicende del monastero benedettino fondato nel IX secolo come rifugio per la popolazione delle campagne circostanti. Anche il nome del luogo deriva dalla denominazione originaria di Monastero di Santa Giulia e nei documenti più antichi è ricordato come Monasterium Aquensium. Il monastero nei secoli XIII e XIV concesse privilegi e immunità alla popolazione sua suddita. Nel 1394 i fratelli Antonio e Galeotto Del Carretto furono investiti del feudo da papa Bonifacio IX per 29 anni; l'investitura diventerà perpetua nel 1405 per volere di papa Innocenzo VII. Il luogo subì l'invasione delle milizie di Francesco Sforza (1431-1435). Il marchese Gian Giacomo di Monferrato nel 1435 restituì alcune terre di questo luogo al duca di Savoia. Successivamente Monastero venne dato in dote (1472) alla figlia di Guglielmo di Monferrato, Lucrezia, già vedova Del Carretto andata in sposa a Rinaldo, fratello di Ercole I d'Este. Nel 1484 i feudi di Monastero e Bistagno furono concessi a Giovanni Della Rovere, nipote di Sisto IV. Tra i personaggi da ricordare, nativi di Monastero Bormida, un posto di indubbia importanza riveste lo scrittore Augusto Monti (1881-1966) ricordato anche per essere stato docente di lettere al liceo "Massimo D'Azeglio" di Torino e professore di alunni quali Cesare Pavese e Massimo Mila. In alcune pagine del suo libro più famoso intitolato "I Sansossì" (Gli spensierati), scritto nel 1947, ricorda Monastero Bormida.
Il centro storico è dominato dal Castello, nato non per scopo difensivo ma come struttura utilizzata dal monastero benedettino. È infatti insolitamente posto a valle mentre il paese si sviluppa sulle pendi ci collinari. Il monastero è oggi scomparso e il complesso rimasto ha subito rimaneggiamenti nei secoli a partire dal Quattrocento. Originaria dell'XI secolo è la Torre a pianta quadrata con fregi ad archetti pensili, collegata all'edificio da un arco. Attualmente il castello è sede municipale, ambulatorio e in parte è proprietà privata. Rimangono, come testimonianza di aggiunte rinascimentali e barocche, il balcone a loggia e varie stanze e locali con soffitti a vela affrescati e pavimenti a mosaico.
Altro monumento di interesse storico-artistico è il Ponte medioevale in pietra sul fiume Bormida, a tre arcate.

(fonte:Il Piemonte paese per paese Bonechi Editore)