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Montemagno (At)

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Il paese è situato su una delle colline a nord-est di Asti e il suo territorio comunale confina per un breve tratto con l' Alessandrino; ci si arriva percorrendo sia la strada provinciale da Calliano, sulla statale che collega il capoluogo con Casale Monferrato, che quella da Quarto d'Asti, sulla statale per Alessandria. Il toponimo fin dall'anno 974 come "loco Muntemagni", mostra chiaramente la derivazione dalla posizione topografica dell' abitato, dominato dall' imponente castello che è uno dei meglio conservati dell' Astigiano.
Già zona d'influenza del vescovo di Asti nel XII secolo, Montemagno fu ceduto da Federico Barbarossa al marchese di Monferrato nel 1164. Per la sua importanza strategica all'interno del territorio monferrino, il villaggio fu conteso dal comune di Asti che riuscì a impadronirsene nel 1290 dopo aver sconfitto il marchese Guglielmo VII, che in quell'occasione aveva fatto distruggere la rocca e l'abitato. Nel 1342 il castello e la giurisdizione di Montemagno furono venduti dal comune alla famiglia astigiana dei Turco. La guerra del marchese Gian Giacomo contro i Visconti e la sua incauta richiesta di soccorso ad Amedeo VIII duca di Savoia, portarono buona parte del Monferrato sotto l'egemonia di questo casato al quale Montemagno giurò fedeltà nel 1435.
Nel XVI secolo, dopo la guerra di successione del marchesato, Montemagno fu tra i territori annessi al ducato di Mantova e dato in feudo a Francesca della Cerda (1549) e successivamente al conte Evasio Ardizzi; ultimi feudatari furono i marchesi Grisella di Rosignano, di cui va ricordato Ottavio i cui bandi campestri, emanati nel 1751, rivelano un' attenzione nuova, quasi illuministica e riformatrice, della classe nobiliare verso la proprietà terriera e i prodotti agricoli. L'aspetto attuale del Castello di Montemagno si deve alla ristrutturazione avvenuta nei primi decenni del XVIII secolo per volere della famiglia Callori che lo aveva acquistato nel 1669; oggi l'edificio è di proprietà dei conti Calvi di Bergolo.
La costruzione ha pianta quadrata, è coronata da merlature ghibelline e due torri laterali delimitano il fronte principale; originale è il cortile interno, di forma el1ittica con loggette.
Al Medioevo, tuttavia, appartiene ancora il sistema urbanistico di Montemagno, con le vie che si dipartono dal lato sud-occidentale del castello e una di queste porta alla monumentale Parrocchiale dell'Assunta. Edificata nel XVIII secolo, la chiesa fu ampliata nel 1824, mentre il protiro circolare e la bellissima scalinata in pietra di Cumiana furono costruiti nel 1826 su disegno del conte di Beinasco. L'interno presenta pregevoli arredi lignei e una tela raffigurante San Giovanni Battista, dipinta nel 1644 da Orsola Madda1ena Caccia, figlia del più noto Guglielmo detto il Moncalvo.
Meritano attenzione anche le vicine Chiese della Santissima Trinità e di San Michele, la quale custodisce una tela con i Santi Michele, Evasio e Giorgio attribuita a Pietro Francesco Guala (1698-1757). L'antica Chiesa di Maria Assunta della Cava, ornata da affreschi databili al XV secolo, è interessante anche per la presenza di iscrizioni risalenti per la maggior parte al XVII secolo, relative al passaggio di soldati stranieri.
(fonte:Il Piemonte paese per paese Bonechi Editore)

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da www.panoranio.com
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da I castelli del Piemonte ed. Gribaudo

da I castelli del Piemonte ed. Gribaudo

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(la piazza con la settecentesca parrocchiale      e    l'interno del castello)

Sulle colline del Basso Monferrato, tra le vallette percorse dal rio Gaminella e del rio Grana, ha visto nascere il maresciallo d'Italia Gaetano Giardino, protagonista della prima guerra mondiale nell'armata del Grappa.

Nel 1290 Guglielmo VII del Monferrato volendo togliere il castello di Montemagno agli Astigiani, il castello venne ridotto quasi in rovine. Non era la prima batosta che il castello subiva e neppure sarebbe stata l'ultima, poiché le attività militari lo coinvolsero fino a tutto il Settecento. Ridotto in rovina dai Monferrini risorse assumendo le strutture esterne (muraglioni di scarpa, merli, fossato) che ancora oggi si vedono. Nel Settecento vari architetti dedicarono le loro cure all'interno per renderlo "capace d'alloggiare un principe". L'immagine qui sopra mostra questa differenza di struttura: merli e mura da fortilizio all'esterno, loggiati e balaustre più recenti ed eleganti all'interno.

(da "I castelli del Piemonte" di Nicolini e Forno)