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Refrancore(At)

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Il paese è situato nella zona collinare a nord-est di Asti, che dista 13 chilometri; il territorio comunale si estende sulle ultime alture del basso Monferrato ed è attraversato dal rio Gaminella che dà il nome all' unica e ampia vallata di Refrancore.
Secondo Paolo Diacono il toponimo sarebbe la testimonianza della vittoria dell' esercito longobardo di Grimoaldo sui franchi di Clotario nel 663; teatro dello scontro furono infatti le sponde del rio Gaminella, per cui la località divenne Rivus ex sanguine franco rum o Rivus francorum. Il Serra (1943) spiega Invece l'origine del nome con uno stanziamento di franchi. Di assolutamente certo resta comunque l'origine antica del nome attestato come Rivofrancore nel 1197. Già feudo della contea e della Chiesa di Asti, Refrancore seguì dapprima le vicende del castello di Annone, che era possedimento imperiale, poi quelle del comune di Asti quale baluardo verso il marchese di Monferrato. Nel 1355 l'imperatore Carlo V di Boemia cedette il villaggio ai marchesi monferrini, che a loro volta lo dettero in retrofeudo ai fratelli Guttuari e successivamente a Bemardo di Valperga signore di Mazzè. Alle dipendenze degli Sforza, Refrancore divenne possedimento di Tommaso Morone e nel 1483 i diritti passarono a Defendente Suardi di Bergamo, siniscalco del marchese di Monferrato. Nel 1522 il nuovo signore del luogo Costantino Comneno vendette i diritti al gran cancelliere dell'impero Mercurino Arborio Gattinara. In questo periodo Carlo V riconobbe a Refrancore i diritti e i privilegi già concessi dai marchesi e ne elargì dei nuovi, tra cui quello assai singolare che dava possibilità di eleggere un re nella ricorrenza dell'Epifania. Questi aveva pieni poteri per un solo giorno e poteva graziare un bandito che si fosse rivolto a lui con delle suppliche. Gli ultimi feudatari del paese furono i Tocco.
Nel XVII secolo Refrancore fu coinvolto negli scontri tra francesi e spagnoli e nel 1635 l'occupazione dell' esercito franco-sabaudo causò danni irreparabili alla roccaforte. Dopo il trattato di Vienna del 1703 casa Savoia prese possesso del paese, ma il trapasso non fu subito accettato dalla popolazione che, vedendosi privata degli antichi privilegi, supplicò il ducato di Milano affinché il paese venisse dichiarato terra imperiale. La controversia ebbe fine nel 1721 e Refrancore fu definitivamente sabaudo.
Nel 1829 l'avvocato Clemente Maggiora acquistò dai Tocco, che risiedevano a Napoli, ciò che rimaneva del castello e i beni allodiali.
Fino a tutto il XVII secolo il centro del paese fu sulla sommità del colle; il borgo si era sviluppato intorno al recinto murario e la piazza era lo spazio antistante la vecchia Parrocchiale dei Santi Martino e Dionigi, sorta alla fine del XVI secolo sui resti di un edificio più antico e ampliata alla metà del XVIII secolo con l'aggiunta della sacrestia e dell' abside. Attualmente la chiesa è chiusa al culto e la Parrocchiale odierna sorge nella zona bassa del paese, dove la maggior parte delle abitazioni è di epoca relativamente recente. Di epoca barocca è invece il campanile che si incontra nella piazza, un tempo annesso alla chiesa non più esistente intitolata a San Sebastiano, di cui faceva parte la Confraternita della Santissima Trinità, fondata nel 1726.
(fonte:Il Piemonte paese per paese Bonechi Editore)