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Pecetto(To)
www.comune.pecetto.to.it

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Il paese delle ciliege.
Collocato su un pendio a sud-est di Torino e immerso in un paesaggio piacevolmente ondulato e verdeggiante, il comune di Pecetto gode di una posizione amena e di un clima salubre, che ne fanno una delle località più attraenti di tutta la collina torinese. Celebre per la produzione e la qualità delle sue ciliegie, Pecetto ha mantenuto la vocazione alle colture collinari cui si è affiancata, in questi ultimi decenni, una tendenza sempre più forte all'uso abitativo e residenziale per i torinesi che gravitano nell'area produttiva della metropoli.
Fin dalla preistoria tutta l'area circostante l'attuale comune fu sede di stanziamenti umani, e di ciò sono prova diversi ritrovamenti, fra cui il più importante è quello di un muro di laterizio di epoca romana nella valle di Canepe. Non lontana da Pecetto sorgeva poi la pieve di Covacium (località oggi scomparsa) dove sono stati rinvenuti resti della civiltà romana. Sull'antico toponimo Picetum (con la sua variante Pecieto), che compare per la prima volta nei documenti nel 1152, sono state formulate diverse ipotesi: il Flechia lo fece derivare da picea (abete), cioè dal nome degli alberi che probabilmente un tempo ricoprivano le colline circostanti.
A riprova di questa spiegazione sarebbe lo stesso stemma del comune, che rappresenta un pino verde in campo d'argento: esso fu riconosciuto dal duca Carlo Emanuele nel 1614, ma era già usato ab immemorabili. Il Serra ne diede una spiegazione tutta diversa, indicando nel sostantivo pecia (pezza di terra in latino medioevale) l'origine del nome: Pecetto sarebbe quindi "complesso di pecie o parcelle distribuite in sorte".
La fondazione ufficiale di Pecetto, staccatosi da Chieri, risale al XIII secolo, ma la presenza di un Picinum nominato in un documento del 1040 (relativo alla donazione di alcune terre fatta dal marchese di Romagnano al monastero di San Silano di Romagnano) ha fatto supporre l'esistenza di un insediamento precedente.
La Montanari Pesando è recentemente tornata sull' argomento affermando che tale ipotesi, basata soltanto su inesatti
dati di carattere linguistico, è assolutamente da escludersi. Il toponimo nella sua forma primitiva non poteva essere altro che Picetum, dal nome del pino che era presente sul territorio e rispetto all'argomento contrario che l'albero sia oggi quasi scomparso nel sito, l'autrice sottolinea che l'intera flora della collina torinese ha subito nel tempo profonde mutazioni, onde nulla impedisce di pensare che il pino vi fosse molto diffuso

(fonte:Il Piemonte paese per paese Bonechi Editore)

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