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Villafranca(At)

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Il toponimo, piuttosto diffuso in Piemonte, sembra far riferimento ad un luogo affrancato dal versamento di determinate tasse; meno probabile, invece, appare l'indicazione del De Canis (1816) che intendeva il termine "franca", come affrancata dall'umidità e dalle alluvioni che in epoca remota devastavano le zone circostanti. Come la vicina Villanova, anche Villafranca è zona di reperti fossili - fra cui resti di mammiferi terrestri e zanne di mastodonte - rinvenuti già verso la metà dell'Ottocento durante gli scavi eseguiti per la costruzione della ferrovia. Sulla base di questa scoperta gli studiosi hanno coniato il nome di "periodo villafranchiano" per riferirsi all' età posta tra l'epoca pliocenica superiore e la pleistocenica.
E accertato che lo sviluppo dell' odierna Villafranca si ebbe in seguito all'accentramento degli abitanti delle antiche borgate valligiane di Musanza, Sala, Bellotto, Traversola e Castella intorno alla pieve di Santa Maria di Musanza, che derivò il nome dal villaggio più popoloso. Dal Diploma del 1041 sappiamo che nella diocesi di Asti vi erano diciannove pievi, fra cui Musanza, che appare anche in una carta dell'archivio capitolare della Cattedrale di Asti datata 1151. Come pieve, Villafranca ebbe giurisdizione dal 1345 su Castellero e Baldichieri, mentre dal 1593 al 1625 passò sotto Villanova, per tornare vicariato nel 1625.
La storia della Parrocchiale dell' Assunta, meglio conosciuta con l'antico titolo dei Santi Eusebio ed Elena, è strettamente legata alla figura e all'opera di monsignor Giacomo Goria, effigiato in un dipinto all'interno. Nato a Villafranca nel 1571, frequentò il Seminario di Asti presso il quale fu anche rettore dal 1597. Dal 1598 al 1605 venne chiamato all'arcipretura di San Martino in Villanova, mentre dal 1602 al 1611 fu precettore dei principi di Savoia. Goria si adoperò in ogni modo, a cominciare dalla chiesa che fece costruire a partire dal 1629. Tuttavia non la vide completata in ogni suo arredo ed anche la facciata venne alzata dagli eredi circa trent' anni dopo la sua morte. L'interno, che è voltato a botte ed è privo di cupola, per cui l'ambiente risulta scarsamente illuminato, si contraddistingue per i numerosi stemmi vescovili che ne ricordano la committenza.
Benché la popolazione non superi le duemila unità, Villafranca è senza dubbio un paese vitale e fiorente dove numerosi sono i centri commerciali (prodotti agricoli, materiali per l'edilizia, mobili ecc.), anche di discrete dimensioni, favoriti dai collegamenti diretti con Asti e Torino. Nel settore industriale vi sono aziende che si occupano di meccanica ed edilizia.
(fonte:Il Piemonte paese per paese Bonechi Editore)